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#MyLUT


Ed eccoci sotto al campanile di Cortina, di questa LUT 2019. 

La Lavaredo Ultra Trail è una gara che inseguo dall'anno scorso. Per accedervi serve aver completato una gara da 4 punti ITRA e venire estratti.  La LUT è la mia seconda gara dell'Ultra Trail World Tour ed è una delle 6 'Gold race'  del circuito. Insomma un garone internazionale di altissimo livello, la numero uno in italia. 

Ma bando alle  ciance, eravamo già sotto al campanile no? Sono lì con Francesco, Silvia e Naza e si chiacchiera un po'. Tutti che mi fanno terrore sulla Val Travenazes e il caldo anomalo che c'è a Cortina in questi giorni... Ma sono tranquillo: basta bere molto, mangiare tanta frutta ed evitare gli sforzi fisici nelle ore calde della giornata. Lo dice anche il tg no?

Soliti incitamenti dello speaker, musica a palla e finalmente si parte. Sono le 23.00 e quasi 2000 runner compressi in piazza a Cortina si snodano via via sempre più velocemente lungo le vie asfaltate di Cortina.

Speravo di fare qualche km con Francesco, normalmente dovremmo avere più o meno lo stesso passo, ma vedo che va troppo veloce per me e lo lascio andare ancor prima che la strada diventi sentiero. Sto già sotto i 5 al km, e non mi sembra il caso di spremermi già all'inizio.

Il primo tratto, 18 km, fino al ristoro di Ospitale non è particolarmente impegnativo, si sale su strada bianca. Anzi trovo molto scenografico vedere le lucine delle frontali sopra e sotto di me che decorano la montagna come un lungo festone circonda il suo albero di Natale.
Il ristoro è gestito dal team della Due Rocche e nonostante sia grande è molto molto affollato.  Non sono abituato a far la fila ai ristori, ma tant'è, siamo veramente tanti.

Fa freschino ed è calata l'umidità, ho freddo. Mi metto l'antivento e proseguo. Una manciata di km e mi rendo conto che ho ancora freddo. Mi tolgo l'antivento e metto la giacca.  Arrivo al secondo ristoro, km 33, Federavecchia.


Sosta veloce, mentre sto ripartendo arriva Neno, lo saluto, anche lui sta viaggiando da solo. Accarezzo l'idea di attenderlo e correre assieme, ma non voglio star fermo. Ho ancora freddo. 

Comunque qualche km dopo mi riaggancia e proseguiamo assieme. Lo tengo abbastanza bene in discesa, dove è un po' più agile ed in salita vado bene.

Sono le 5 di mattina, albeggia e sono a Misurina, ora ci aspetta il salitone che porta alle 3 cime, il cuore di questa LUT. Sarei anche messo bene, ma lo stomaco mi si contrae, capisco che qualcosa non va. Decido che al Rifugio Auronzo farò sosta tecnica. Ci arrivo alle 6 e 11, circa un ora per salire, non male per uno che cerca un bagno!!


Non vado neanche al ristoro, mi infilo diretto al Rifugio, santo wc!! Alleggerito vado al ristoro, bevo, mangio e riparto. Siamo dietro alle cime, che sono bellissime in questa prima mattina. Non sto benissimo ovviamente, ma aver potuto bere subito dopo la sosta tecnica, mi consente di ripartire presto. Giriamo attorno alle cime, finalmente le vedo dal lato giusto. E cribbio, mi fermo e mi faccio un selfie, quando mi ricapita? 

Ora scendo, sto meglio e riprendo via via ritmo. Guardo l'ora e penso, ma sai che quasi quasi potrei un sub 20h? Ma non mi illudo, è lunga ancora.

Dopo una discesa veloce, si sale per una ciclabile verso Cima Banche. Salitina abbastanza schifosa, di quelle che odio, troppo irte per correrle tutte, troppo lunghe per farle al passo anche se veloce. Alterno corsa e camminata veloce. 

Base vita, Cima banche. Qui avrò una borsettina di indumenti e attrezzatura varia. 
Ci arrivo bene, ma cerco subito un bagno, ancora a posto non sono! Seconda sosta tecnica e poi mi rifocillo. Doppio brodino ristoratore. Mi cambio maglietta e riparto. 

Tutto bene? Mica tanto, nella foga commetto un errore madornale! Metto la frontale nella borsa che lascio a CimaBanche invece che nello zaino. La cosa è grave per due ragioni: se non arrivo prima del buio sono fottuto, correre per sentieri di notte senza luce è impossibile. E poi è pure parte del materiale obbligatorio che dovrei avere sempre con me. Mi possono squalificare. 

Mentre salgo verso forcella Lerosa penso che, con un po' di culo, arrivo abbastanza presto da non avere bisogno della frontale... Anzi sarà uno stimolo in più!

Mentre scendo verso Ra Stua incontro un Federico che viaggia in senso opposto. Mi spiega che durante una sosta tecnica gli è caduto il pettorale e lo deve recuperare.  Ecco vedi che non son l'unico che ne combina qualcuna?

Arrivo a Ra Stua, secondo me il ristoro più bello, più tranquillo, una tenda in mezzo al prato verde con mucche al pascolo. Da lì si scende ancora, fino al km 80 dove comincia la parte più pesante questa lunga salita che terminerà al km 90: la Val Travenanzes! 

Ma io sto bene e le salite sono mie amiche. L' ora è calda, sono le 11 del mattino, ma la valle è piena di torrenti e ruscelli dai quali si può bere. Per i primi km la salita è pure piacevole.. Poi man mano peggiora, il sentiero si perde e diventa un viottolo all'interno di una valle di sassi. Mi sembra di correre sul letto del Piave, solo che sassi sono acuminati e devo guadare diversi torrenti. In certi punti l'acqua arriva al ginocchio. 

Le piante dei piedi mi fanno male, d'altronde è un continuo sbatterle sui sassi e poi passarle sull'acqua gelida. Massaggio e cryoterapia! 

Dopo due ore di val Travenazes, interminabili, finalmente, con le piante dei piedi devastate, esco dalla valle, scavalco la forcella e scendo a Col Gallina. Km95. 


Seduto su una panchina scorgo subito uno sconsolato Francesco, regge un bicchiere con un "canarino" e, nonostante siano le 14 e faccia un caldo olimpico, indossa la giacca. 'Son fermo da un ora, sto mal' mi dice. 
Disteso sull'erba, sguardo perso a terra, vedo anche Neno, medesimi problemi di stomaco.

Li rincuoro, mentre bevo e mangio, e invento lì per lì un “Chi riva a Col Gallina, riva anca a Cortina".  Poi riparto, che sono stanco, ma mancano solo 25k. 

Da Col Gallina si sale dritti dritti verso il rifugio Averau, il punto più alto della LUT (2416 mt). 
Ora, capisco che in salita ho un passo bello regolare da seguire, capisco che con l'inglese me la cavo, ma proprio io dovevo beccare il finlandese ciarliero?? 
Mentre arrancavo in salita questo attacca bottone e nonostante le mie laconiche risposte continua e il discorso vira in politico. Va ben tutto, ma parlare di immigrazione in carenza di ossigeno anche no! 

Tronco lì il discorso anche perche ormai siamo su e il paesaggio è spettacolare, ogni cima è una maestosa guglia di diverse tonalità di grigio, rifugi collegati da sentieri di rocce bianche e polvere rosata. Arrivati in cima ci offrono del succo di ribes e ancora caldo dalla tribuna politico-finlandese, spiego a tutti che è 'wild grapes juice'.. Ma col caldo che fa', con la fatica fatta, berrebbero tutti anche 'Motor oil'. 

Da li si scende diretti a passo Giau. Nonostante sia pressoché tutta discesa non è facile muoversi velocemente. Mi fanno male i piedi, le rocce sono acuminate e ho sempre la mia agilità da "gato de legno". 
Infatti al ristoro mi riprende Neno, rilanciatosi da Col Gallina poco dopo la mia partenza. Facciamo due parole e ripartiamo, siamo oltre i 100 km, 103 dovrebbero essere, non manca poi molto. 


Ma ci sono ancora un paio di salite toste, sulla prima e più cattiva perdo Neno nuovamente, la salita al forcella Giau è dura e tecnica, ma mi dicono sia l'ultima. Ma non bisogna mai credere a quello che dicono i volontari!
Infatti scendiamo a Modeval prima di risalire verso l'ultima punta. 

Ora questa salita mi è di troppo, me son stufa', non vedo l'ora che cominci la discesa, voglio far andare le gambe. Finalmente scollino e punto l'ultimo ristoro, a rifugio Croda da Lago. 
La discesa è bella e veloce, la faccio alla grande e recupero pure svariate posizioni. 

Arrivo all'ultimo ristoro, KM 110, ora solo discesa. Mi rifornisco di acqua, saluto Andrea Cadel che mi fa i complimenti, che sto andando bene. È ancora chiaro, 18 e 20, mancano 10km tutti in discesa. Dai che è fatta. 

Riparto, schivo due asini che pacifici brucano bordo sentiero, e mi infilo in un bosco. Ecco mi ricordavo di sta discesa, per averne sentito parlare in modo colorito nel forum.  Capisco perché: ripida e piena di radici è peggio di una salita per me, che perdo parecchie posizioni. Me ne rendo conto, ma niente, più veloce non riesco ad andare. 

Per fortuna dopo qualche km diventa più vivibile e io ridivento competitivo e, nonostamte i 110 km e più sulle gambe ancora vado. Ultimo check point e capisco che stiamo costeggiando Cortina, la vedo tra gli alberi. 

Usiamo all'aperto, siamo praticamente arrivati, sono le 19:30, lascio sfilare qualche runner perché chissene, voglio avere la finish line per me! È dal passo Giau che penso a come farla. Se trovo, come spero, Laura e i bimbi come  faccio? Dario in braccio e gli altri ai miei fianchi? Ho diverse opzioni valide, ma quando entro nel rettilineo di Cortina è tutto velocissimo. 

Laura mi vede e sposta la transenna, Diego e Luisa mi si affiancano, Laura entra con il passeggino e quasi travolge un bambino che mi voleva dare il 5. Tutti insieme sulla finish line: io tra Luisa e Diego e Laura con Dario sul passeggino subito dietro. 


Arriviamo cosi, tutti insieme, facciamo un inchino a Cortina, a queste montagne e a questa gente. Un sorriso e leviamo il disturbo mentre lo speaker dice il mio nome e mi fa i complimenti per la mia famiglia. 

E anche la LUT è andata, una gara dura, resa complicata da un caldo anomalo. L'ho chiusa con un ottimo 20h e 36, 277esimo assoluto. 

E devo dire che fa un certo effetto: sarà pure una gara affollata e disordinata, con le file ai ristori e con troppe strade bianche e troppo pochi single track, ma quando corri assieme a persone di ogni nazionalita', quando trovi i cartelli "welcome trailers", quando vedi le 3 cime all'alba... Ti senti un privilegiato. Lo dicevo anche a Francesco al pastaparty, siamo un po masochisti, ma siamo dei privilegiati!

Aggiungo solo che pure Neno e Francesco sono arrivati, dall'altronde 
"Chi riva a Col Gallina, riva anca a Cortina"! 

Infine un ringraziamento speciale ai miei genitori che sono venuti su a dar supporto a Laura nella gestione della giornata dei bimbi. 




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