Ultima vera ultra dell'anno, questa Strafexpetion da 50km d+2300.
Parto da casa ad orario proibitivo, 4 A.M., passo per Castelfranco, raccatto Paolo e poi via dritti verso Asiago sotto un pioggia fitta.
Arriviamo ad Asiago e, con un po' di difficoltà, troviamo la consegna dei pettorali alla pista di hockey. La logistica con la pioggia non è semplicissima visto che il drop della sacca sarebbe allo start line in piazza ad Asiago mentre docce e ritiro pettorali sono appunto qui a 500 metri... Decidiamo quindi di lasciare le borse in macchina e di andare allo start line il più tardi possibile.
Apprezzo che ci sia già the caldo e qualche fetta di crostata qui al ritiro pettorali visto soprattutto il clima freddo ed umido fuori.
Nell'attesa di spostarci in centro, con Paolo facciamo dei check del meteo, mettendo il naso fuori. La pioggia cala di intensità e decido di partire leggero: smanicato TDH e maglietta.
Ci spostiamo in centro, in griglia, e subito trovo Massimo con il quale ho condiviso parte dell'AIM a febbraio; scambiamo quattro chiacchiere prima che suonino il silenzio. Molto evocativo sentire il silenzio dal vivo suonato dalla tromba, in piazza ad Asiago: mette tutti nel clima giusto, visto che andremo ad attraversare posti che sono parte della Storia. Dopo pochi secondi si parte.
Via per il centro di Asiago, prima su san pietrini e poi su asfalto. Si esce veloci, ritmo "da strada", e poi comincia a salire. Pioggia intensa, ma fortunatamente il bosco ci protegge e il fango è presente, ma ancora non eccessivo. La strada diventa carrereccia e ci infiliamo veloci nel sottobosco dove la salita si fa impegnativa. Dura alcuni km, poi sbuchiamo in quota, intorno ai 1900 credo e c'è il primo ristoro dei 9 km. Fin qui tutto bene, ma sento che le gambe non girano molto: pur essendo la salita mia amica, sento le gambe stanche. Forse ho corso un po' troppo in questa settimana e sicuramente ho fatto troppo dislivello (130KM D+6000).
Al ristoro non mi fermo, so che il prossimo è piuttosto vicino e lí ci sarà il bivio che divide il percorso tra chi fa i 35 e chi fa i 50. Il sentiero ora cambia e diventa un po' piú strano; corriamo su delle pietre grandi e con grandi spaccature, attorno a noi ci sono dei grossi cespugli piuttosto bassi e fitti. Non ho mai corso su un fondo cosi, occorre prestare attenzione a non infilare il piede in qualche spaccatura e le numerose curve, assieme ai cespugli, rendono difficile lanciarsi in velocità. Faccio fatica ad interpretare questo tratto e perdo diverse posizioni. La pioggia è un po' meno intensa, da previsioni dovrebbe fermarsi presto.
Arrivo al ristoro del 14 esimo Km. Molto caldo questo ristoro, ci sono dei ragazzi che ci incitano suonando campanacci. Mi fermo un attimo a bere e riparto. Sto attento a passare bene sul tappettino per la rilevazione cronometrica, visto che al Gran Raid per essere passato un pelo laterale mi hanno escluso dalla classifica. Per essere riammesso ho dovuto inviare le mie tracce GPX.
Mi raggiunge Massimo che è bello carico ed evidentemente più in forma di me. Facciamo un po' di strada insieme, ma poi lo invito ad andare avanti. Mi sento un po' loffio e non riesco ad andare come vorrei. La pioggia cresce di intensità e comincia a tirare un fastidioso vento freddo mentre il paesaggio attorno cambia ancora e ci inerpichiamo verso il Monte Ortigara.
Via via che si sale il paesaggio diventa solo roccioso e "lunare", corriamo in carrereccia sassosa prima e poi dentro e fuori dalle trincee. Il freddo comincia a intirizzirmi le mani, sono zuppo e "spazzolato" dal vento. Decido per un rapido pit-stop e mi metto il guscio antipioggia. Dopo pochi metri capisco di aver aspettato fin troppo per indossarlo. La protezione dal vento e dalla piogga mi incoraggia e mi scalda... Cambio marcia e comincio a sfidare le intemperie da par mio.
Il tempo continua ad essere inclemente e la piogga allaga le trincee costringendomi a volte a correre controcorrente dentro dei mini torrenti che si creano con l'acqua che scende a valle, a volte ad uscire proprio dal percorso quando si formano dei "laghi" dentro alla trincee.
Arrivo ad una piccola galleria e dopo un breve, ma intenso tratto con corda di acciaio arrivo in vetta all'Ortigara. Suono la campana e riordino le idee. Siamo intorno al KM 23, a 2100 mt e abbiamo ancora due salite toste che portano a Cima XII e Cima Portule da fare. Poi si torna indietro e il percorso dovrebbe essere più clemente. Qua si gela!!!
Cerco il ristoro del 24esimo, ma trovo prima due ragazzi stretti sotto un ombrello che mi offrono della coca cola, che declino. Poveretti, sono sbattuti dal vento e l'ombrello li ripara ben poco, sono più bagnati di me.
Poco dopo, intorno al 26esimo, trovo un "ristoro", in realtà un paio di casse di coca e acqua abbandonate con una pila di bicchieri. Della serie, self service! Tiro dritto anche qui anche perchè il percorso non mi torna tanto, dovrei salire e sto corrento invece in piano in carrerreccia rocciosa...
Infatti poco dopo incontro delle scope dei 35 che mi dicono che la nostra gara e' stata sospesa per maltempo e che in fondo alla garea gli altri partecipanti della 50 sono stati indirizzati sul percorso dei 35 km. Beh per me cambia poco, annullata o no sempre tornare ad Asiago devo. E quindi saluto, passo le scope e via.
In realtà l'informazione è errata, mi rendo conto infatti che non stiamo salendo e che il percorso è stato modificato, tagliando Cima XII e Cima Portule. Ne ho conferma al ristoro dei 35, dove mi dicono che il percorso dovrebbe essere piu' corto di circa 4-5KM. Mi dicono anche che su Cima XII sta nevicando (!). Qualche runner è un po' arrabbiato, ma viste le condizioni climatiche, se io fossi un organizzatore, farei la medesima scelta. Percorso troppo ai limiti della praticabilità.
(Questo non sono io , non mi hanno preso sulle foto. Ma giusto per farvi capire il poccio) |
Ora che si scende il tempo migliora, pioggia meno intensa e via via sempre meno vento. Usciamo dalle carrerecce e dalle roccie e a tratti cominciamo a riattraversare parti di bosco. Ovviamente il fango qui la fa da padrone, rendendo certi tratti difficili: complici anche i passaggi delle gare più corte, in certi punti si farica a stare in piedi. Nonostante il clima sia notevolmente più gestibile, man mano che scendo tengo la giacca limitandomi a togliermi il cappuccio nel sottobosco, per vedere maggiormente e perchè il bosco mi ripara, in parte, dalla pioggia.
Arriviamo al Forte Interrotto, siamo scesi parecchio. Molto bello sto Forte, meriterebbe una visita più calma. Comincio ad incrociare gli ultimi della gara dei 35KM.
Ancora sottobosco e carrerecce, siamo nei pressi di Asiago ormai, ancora fango (tanto) e ancora pioggia. Passo il ristoro dei 42 senza fermarmi che di acqua non ne ho bisogno. Fiuto la fine che secondo i miei calcoli, vista la decurtazione di percorso, non dovrebbe essere poi così lontana.
Finalmente al 46esimo usciamo dal bosco e vedo finalmente Asiago e la chiesa di fronte alla quale so esserci l'arrivo. Ma le difficoltà non sono finite. Il sentiero che dal bosco ci porta fuori è in realtà pieno d'acqua, un torrentino dunque che scorre su un prato e si getta poi in un fosso di scolo. Zuppo sono zuppo comunque, avrò le alghe sui piedi ormai, non ha senso cercare vie alternative e quindi ci "corro dentro" di buona lena.
Finalmente bitume sotto i piedi, le Salomon (Pro Max) scaricano l'acqua bene per fortuna e dopo pochi passi posso spingere con le energie residue, ormai sento lo speaker e non piove più, dai che è fatta.
Magari!! Tombino bloccato e un fosso di discreta entità erutta in strada allagandola completamente e spingendo un 20 cm di acqua verso valle. Ovviamente lo dobbiamo attraversare. Manco il papa ti ferma nell'ultimo km di una ultra: via dritti come fusi lavandoci via fango da scarpe e gambe che siamo più belli al traguardo.
Sono in centro, adesso basta sorprese , due-tre curve nervose e taglio il traguardo.
Chiudo in 6h 33 , 41esimo assoluto, tutto sommato bene considerato tutto.
Bella la gara, organizzata bene e ben segnalata, con qualche lacuna qua e là, tipo ristori poco forniti e logistica migliorabile, e soprattuto nella comunicazione degli imprevisti agli atleti.
Ho apprezzato il percorso, sicuramente evocativo; peccato non averlo visto tutto e non aver goduto dei panorami visto il brutto tempo. E che volete, toccherà rifarla no??
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