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Gran Raid delle Prealpi Trevigiane : L' ultimo ballo

E questo è l'ultimo ballo, prima di andare a casa; l'ultima azione prima del triplice fischio, il bacio della buonanotte.

Gran Raid delle Prealpi Trevigiane è la mia ultima tappa, o se volete che restiamo in tema corsaiolo, l'ultimo ristoro. Trattasi di 72KM e 4650D+, da Segusino a Fadalto, passando per tutte le Prealpi trevigiane, dal M.Cesen fino al Col Visentin. 

Siccome sta passeggiata parte alle 4.00 di domenica e poiché la partenza e l'arrivo non coincidono, la logistica è complicata. Ci si trova sabato alle 18 nei pressi dell'arrivo, in zona Laghi Blu. 

Parcheggio il ciquattrone nel prato-parcheggio e subito arrivano Mauro e Giorgio, amici di forum e di corsa con i quali condividerò quasi tutta l'avventura. Comincia a piovere e io e Mauro apriamo i portelloni della macchina e li usiamo come tettoie. Si crea subito un capanello di trailers, ci raggoinge anche Giuliano del GAV, e ci troviamo a parlare di Tor de Geants, UTMB e altre follie a tripla cifra.

Stiamo aspettando il bus che ci dovrebbe portare in zona partenza, a Segusino. Arriva con buona mezz'ora di ritardo, carichiamo zaini, sacchi a pelo e amenità varie e partiamo. Mentre continuiamo a chiacchierare fuori si scatena un temporale, ma arrivati alla palestra di Segusino ce lo siamo lasciati ben alle spalle. 

Arriviamo in palestra, recuperiamo il pettorale e ci prepariamo per la notte. Sfruttando il fatto che la fila per il pettorale è lunga, invece di stare in fila ad aspettare, ne approfittiamo per prendere i materassini della palestra da mettere sotto i sacchi a pelo. 

Recuperato il pettorale, troviamo anche i buoni pasto per la cena e la colazione di domani. Entrambe si svolgeranno in centro a Segusino e già da qua dovevo capire come sarebbe buttata la gara, visto che la palestra è in basso e per andare a mangiare occorre far salita. 

Con Mauro, Giorgio e Matteo che ci ha raggiunto in palestra andiamo in centro a Segusino a mangiare. Con il buono ci viene un primo con acqua e caffè: la pasta è bella abbondante e il carbo-load è portato a casa. 

Torniamo in palestra, sono le 21 e 30 circa, ma è tutto spento, già parecchi sono a letto e dormono. Una controllata rapida al materiale per domani e ci mettiamo a letto pure noi. Mi sono dimenticato il carica del cellulare ma il buon Giuliano si è portato due carica e pure una ciabatta così anche per quello sto a posto. 
Capisco subito che anche dormire sarà un'avventura, dorme con noi un tosaerba a 4 tempi! Fortunatamente non gli sono vicino, ma non è facile ignorare il rumore che produce, ho anche la tentazione di registrarlo ad impertura memoria, ma ho il cell in carica... Riesco a dormire bene un paio d'ore comunque. Poi resto a letto fino alle 2, quando la seconda corriera, di quelli che hanno scelto di non dormire in palestra e di saltare la nottata, arriva. 

Mi sveglio, in un baleno sono vestito. Con i soliti noti torniamo in centro a fare colazione, molto fornita: succhi, biscotti, fette biscottate con la marmellata. Mi bevo pure un doppio caffè. 

Torniamo alla palestra, all'esterno hanno già gonfiato l'anello della partenza. Lo speaker comincia ad animare i presenti mettendo anche un po' di musica. Si inganna il tempo chiacchierando. Ora non resta che partire. 

Ore 4.00, la sindaca di Segusino ci dà il via e si parte in un trionfare di frontali. Per i primi 16 km sarà bene o male tutta salita e per i primi 40 minuti pure buio pesto. Al solito al buio mi sento a mio agio e tengo fin da subito un buon ritmo mentre si sale su strade bianche per i borghi di Milies e Stramare. Peccato non vederli in piena luce  Si comincia con il single track che ci porterà fino al Monte Cesen, l'unico che ho già "conosciuto" e poi a Malga Mariech. 

Le prime luci dell'alba rischiarano i pendii del Cesen e i primi panorami si cominciano ad apprezzare, ma siamo sferzati da un vento forte che impone di non fermarci. Il primo ristoro al km 18, Malga Mariech, lo sfrutto per metter su uno smanicato: voglio proteggere la pancia dal vento e non rischiare il famoso male dell'ultrista (leggasi "Cagotto" per i non addicted). 

Adesso si scende, discesa non tecnica fino al secondo ristoro, comincio questa frazione col solito piglio, ma le gambe non mi sono agili, non come al solito almeno. Comunque la corro piuttosto bene e sono arrivato presto a Praderadego, dove ci accolgono con entusiasmo, musica e tanto di annuncio: in grande stile insomma. Rinfrancato parto verso il prossimo dente, il Col del Moi. Tolgo lo smanicato, sole e caldo da adesso in poi. 

Capisco subito che non si va oggi, la mancanza di agilità in discesa ora diventa quasi indolenza in salita. E salita ce n'è parecchia. Ci sono dei tratti dove si vede chiaramente il sentiero che gira attorno alle colline e noi costretti dalle balise a fare il dritto per dritto. La cosa ovviamente "scassa" un po', ma viene mitigata dagli splendidi panorami a 360 gradi che si vedono: a sud tutta la piana, con il Piave a fare da segno bianco tra il Montello e le prime colline delle Prealpi, a nord con il "muro" dolomitico a fare da cornice. Sarebbe tutto fantastico se l'arrivo fosse su una di queste punte, invece butti lo sguardo, fotografi con gli occhi ciò che puoi e poi via con discesa e salita nuovamente. 

Vengo passato da AlbertoZan del forum, con un bel buff arancione. Cerco di tenerlo, ma nella discesa post Monte Cimone ne ha di più, ma non mi stacca tantissimo e con lo sguardo cerco l'accento arancione come riferimento. Verso San Boldo ci sono un paio di km di strada in discesa in cemento e lì sì vado bene, e lo ri-agguanto. 

Ristoro Passo San Boldo, cambio delle staffette e pausa un pochino più lunga. La gara si fa seria, siamo circa a metà. AlbertoZan si cosparge di crema solare, me la offre gentilmente, ma passo. Riparto invece seguito a ruota da tale Mirco Graj con quale condividerò poi buona parte della gara e del post pure. 

Da Passo San Boldo si procede in salita per una strada in cemento, di quelle che a correrle non ce la fai e a camminare vai troppo piano, procedo dunque a "strappi" correndo dove posso e camminando appena la pendenza si alza un po' e correrre diventa solo sfinente. Incrocio diversi della staffetta che si scaldano e mi incitano. Uno mi fa "Eccolo il 24esimo", 24esimo sarebbe oro per come mi sento, spero sia vero. La strada diventa una carrareccia prima e poi ancora single track. Passiamo il Monte Cimone, ma  bene o male si continua a salire, cominciamo a vedere il Col Visentin, so che sarà lunga arrivarci.

Arrivo al ristoro dei 50 chilometri ai piedi del Col Visentin insieme a Mirco e ad un altro trailer che abbiamo raggiunto proprio al ristoro. C'è Naza al ristoro che applaude e ci incita assieme agli altri. E' venuto a vederci e voleva fare un pezzo di strada con Carlo, ma Carlo si è ritirato e sono il primo del forum che arriva quassù. Mi vuole accompagnare per un pezzo, io di base starei ancora un minutino al ristoro, ma preso dal suo incitamento formiamo un quartetto e ripartiamo.

Ovviamente di questo quartetto sono l'ultimo e arranco, ma non cedo. Naza ci accompagna fino alla discesa nel bosco, "Dopo questa" ci dice "c'è la salitona al Visentin". Poi ci lascia adducendo un impegno urgerte con la pastasciutta giù a valle. 
Inforco la discesa nel bosco e godo un po' del fatto che c'è ombra, mi stupisco di quanto giù andiamo e di quanto lunga è la discesa, sapendo che la salita successiva finirà al sessantesimo capisco che sarà "breve" e ripidissima. Comincia al 57esimo chilometro e sale cattiva. Con gli altri ci siamo sgranati e ne vedo un paio che sono quasi in cima. Sembrano lontanissimi. 

Un passo alla volta, con la sensazione che non stai andando avanti, procedo. È lunga, sono i chilometri più lenti di giornata, fa caldo, ma il Visentin passo a passo si avvicina. Infine ci arrivo, in cima ristoro e tifo da stadio, mi danno da bere, mi fanno i complimenti, ti danno la carica. 

Nonostante mi sembra di averci messo un secolo, nessuno mi ha superato e non vedo nessuno salire dalla lunga salita. Ora che ci penso dovrei aver mantenuto la posizione da Passo San Boldo. 

Mi avvio quindi per l'ultimo tratto, ancora qualche colle in realtà e poi veramente comincia la discesa.  Discesa lunga e ripida, i piedi mi scivolano in avanti e sento le dita sbattere sulle punte delle Neutron. Cerco di correre al mio meglio, ma non sono veloce come vorrei, dopo qualche km vengo passato, una prima volta, e poco dopo, una seconda. 

C'è un ultimo ristoro, km 66, gestito dai ragazzi del Fregona Trail Fest. Un ristoro anche questo calorosissimo, mi fanno foto e complimenti. Non mi fermo tanto, riparto e la discesa spiana e mi diventa più congeniale. Cominciamo a costeggiare il lago, so che dovrò solo girarci attorno!
Più spiana e più spingo, intravedo il runner che mi aveva passato poco prima e lo punto, passo sull'altra sponda e lo supero. Ultimo rettilineo a tutta e arrivo. Lo speaker mi viene incontro a prendersi il 5 e  complimentarsi. Mi mettono la medaglia al collo, stupenda tra l'altro. 
Chiudo 25esimo in 11h e 22.


Arrivato, ritrovo Mirco e facciamo il pasta party insieme. È arrivato dal Lago D'Orta per farsi sta gara e, dopo le 11 ore di corsa, si farà 400 km per tornare a casa. Fargli un po di compagnia è il minimo. 

La gara è stata tanto dura quanto stupenda, panorami unici resi ancor più spettacolari dalla splendida giornata di sole. La mia prestazione è stata buona, onestamente avevo un po' preso "sotto gamba" questa gara e forse un po' di stanchezza dalla 100eLode era ancora lì: avrei potuto fare meglio. 

E anche l'ultimo ballo è andato, si spengono le luci. La partita è finita. Il bacio della buona notte l'ho preso. 

Ma non temete, le notti servono per sognare, e poi arriva il giorno.... 




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